La cultura della noia

La noia fa paura.
La noia stanca.
La noia ammala.
La noia deturpa.
La noia svilisce.
La noia deforma.

Oppure no.

La noia fa paura. A chi teme di osservare il proprio riflesso nello specchio.
La noia stanca. I cervelli pigri.
La noia ammala. Ne “ammala” più l’avidità.
La noia deturpa. Il volto degli sciocchi.
La noia svilisce. Chi già lo era.
La noia deforma. I pensieri e le parole.
Facendoli risuonare nel vuoto. Dando loro una nuova forma. Un nuovo senso.
Ed è questo il fascino della noia.
Il fatto che è totalmente inafferrabile, poiché nel momento stesso in cui ci accorgiamo di esservi immersi, la noia, ineluttabilmente ci sfugge.

Ed è questo che più mi affascina della noia: una lussuosa impressione temporale che non lascia impronte, poiché nel momento in cui si manifesta, è già andata via. E non possiamo, col nostro ricordo, che presentificarne l’assenza.

LA CULTURA DELLA NOIA COME COLPA

Nella società in cui sono cresciuta, la noia è sempre stata sovrapposta all’ozio.
Credo che in realtà ci sia un vasto odio reciproco fra il concetto di noia e  il concetto di ozio.
La noia è una lussuosa impressione temporale in cui si  sospende il tempo.
L’ozio è la volontà di spegnersi per non costruire nulla. Fra i due termini esiste una disparità di responsabilizzazione incredibile.
La noia sopraggiunge all’improvviso: e quando ci accorgiamo di provarla l’abbiamo già persa.
L’ozio è la volontà precisa di affogare la mente nel nulla, sollazandola con attività poco costruittive.
Che la noia sia il male assoluto di questa società faccio fatica a crederlo, poichè se coltivassimo del tempo per contemplare con disincanto ciò che ci circonda, se ci prendessimo del tempo per annoiarci, eviteremmo di confinare la nostra mente nell’ozio, dopo l’ennesima giornata di assoluto, totale e devestante stress.

La noia non  è il male: è una contemplazione negata che ci impedisce l’esercizio della lucidità.
E spero che questi tempi incerti ci restituiscano il diritto alla noia e ci spingano a rifuggire il male del tempo dedicato all’ozio.


La canzone consigliata per riflettere sullo stato d’animo con cui è stato scritto questo pezzo della rubrica “ineluttabile”

Serrande Alzate - Marlene Kuntz


Ineluttabile è una rubrica molto semplice: a ogni micro impressione è abbinata una canzone utile a comprendere lo stato d’animo con cui è stata scritta.


Vai alla pagina intera per vedere e inviare il modulo.

Valentina Vellucci

Vengo da un percorso di studi umanistico. Mi occupo di digital marketing dal 2010. Qui non voglio parlare di lavoro. Questo è un salotto di storie.

Share
Published by
Valentina Vellucci
Tags: mindsetnoia

Recent Posts

03. Inadeguatezza. Un’epopea tutta al femminile.

“Inadeguatezza. Un'epopea tutta al femminile" è il 3° episodio di "intangibile", un diario dedicato alle…

3 anni ago

02 Rabbia. Come sopravvivere.

“Rabbia. Come sopravvivere.” è il secondo episodio di questa serie di #autoresponder dedicati alle emozioni…

3 anni ago

01. Senso. Di Colpa.

“Senso. Di colpa” è il primo episodio di questa serie di #autoresponder dedicati alle emozioni…

3 anni ago

La scrittura come terapia

Compri troppo. Compri troppo poco. Compri quello che non serve. Compri quello che non serve.…

4 anni ago

#autoresponder 04: la sveglia come dispositivo sociale

Protagonista di questa quarta storia di #autoresponder è una professione che molti di noi oggi…

4 anni ago

La razionalità del male

La cosa che più mi ferì, in  piena adolescenza, fu quando per l'ennesima volta fui…

4 anni ago